Dieta e deppressione: lo studio
La Dr.ssa Federica Prinelli è stata intervistata dal giornale la Repubblica da Emanuela Pasi nel seguente articolo.
Mangiar sano è considerato un pilastro per la salute di mente e corpo. In particolare, una dieta equilibrata è associata, tra l’altro, a una minor probabilitĂ di sviluppare depressione. Vale anche piĂą in lĂ negli anni, e vale allo stesso modo per uomini e donne? Sono queste le domande cui hanno provato a rispondere alcuni ricercatori dell’Istituto di tecnologie biomediche del Cnr (Cnr-Itb), in collaborazione con dall’IRCCS Fondazione Istituto Neurologico Nazionale Casimiro Mondino di Pavia, scoprendo che le differenze di genere potrebbero spingersi ben piĂą in lĂ di quanto creduto finora. Fino a comprendere, appunto, persino gli effetti del cibo sulla salute mentale.
“In questo lavoro, per la prima volta sono state considerate fasce di etĂ avanzata e sono stati separati i risultati per il sesso biologico. Questo pone basi promettenti per studi futuri sulla medicina di genere”, spiega a Salute, Federica Prinelli, ricercatrice in epidemiologia e tra gli autori del lavoro pubblicato sul British Journal of Nutrition. Gli scienziati hanno infatti studiato l’associazione tra dieta mediterranea e il cambiamento nel tono dell’umore in un gruppo di persone sopra i 65 anni. Lo hanno fatto all’interno dello studio ‘NutBrain’ (acronimo di Nutrition, gUT microbiota, and Brain AgING), che dal 2019 al 2023 ha reclutato circa 800 anziani di etĂ compresa tra 65 e 97 anni residenti in Lombardia. I partecipanti hanno risposto ad alcuni questionari sui loro consumi alimentari, lo stile di vita e anche sulle condizioni socioeconomiche. Anche la sintomatologia depressiva è stata registrata indagando i sentimenti e i comportamenti del soggetto nella settimana precedente l’intervista (risultando, come nella popolazione generale, maggiore nelle donne rispetto agli uomini).
Maschi e femmine diversi anche di fronte alla dieta
I ricercatori hanno osservato che le persone che avevano ottenuto dei punteggi maggiori di aderenza della dieta mediterranea avevano la probabilitĂ del 54,6% in meno di avere sintomi depressivi. Ma non è tutto. Il dato piĂą interessante è stato un altro: le donne, a differenza degli uomini, quando aderiscono alla dieta mediterranea hanno minore probabilitĂ di insorgenza di sintomi depressivi. Un risultato forse imputabile alla medicina di genere, suggerisce Prinelli: “La donna risponde diversamente ai trattamenti con farmaci, ai vaccini e molto probabilmente anche ad altri fattori, quali la dieta appunto”.
Pesce fresco e olio di oliva, alleati di salute
Ma tra tutto quello che mangiamo, c’è qualcosa che piĂą di altro potrebbe avere un ruolo benefico per la salute? Analizzando l’associazione tra i singoli alimenti e i sintomi depressivi, gli scienziati hanno scoperto che il consumo di pesce fresco (da due porzioni in su a settimana) corrispondeva a una minore probabilitĂ di insorgenza di sintomi depressivi. In particolare, l’associazione era forte soprattutto per i crostacei e molluschi (gamberi, scampi, cozze e vongole) ma non per il tonno in scatola. Anche un aumento del rapporto tra gli acidi grassi monoinsaturi e gli acidi grassi saturi – ovvero tra ‘grassi buoni’ di origine vegetale rispetto ai grassi generalmente di origine animale – portava allo stesso effetto nelle donne e non negli uomini. I ricercatori si sbilanciano a ipotizzare in che modo pesce e acidi grassi insaturi (o meglio il rapporto tra grassi monoinsaturi e grassi saturi) potrebbero favorire una migliore salute mentale. Per esempio, si legge nel paper “potrebbero aumentare la fluiditĂ delle membrane cerebrali, facilitando il lavoro dei neurotrasmettitori e promuovendo una migliore salute mentale. Tuttavia, questo effetto è stato osservato solo nelle donne e non negli uomini”. Forse per ragioni ormonali o legate alla carenza di vitamina D e ai suoi legami con la salute mentale, ipotizzano gli autori.